“Penso che l’impero americano sia già finito, ma non è stato ancora sottoposto ad alcun serio stress test e quindi nessuno si rende conto che è così”
Se dovessi descrivere l’attuale situazione internazionale usando solo una parola, la parola “caos” sarebbe una scelta abbastanza decente (anche se non l’unica). Caos in Ucraina, caos in Venezuela, caos ovunque l’Impero è coinvolto e, naturalmente, caos negli Stati Uniti. Ma questo non lo apprendereste ascoltando i portavoce e altri “esperti” che svolgono all’incirca la stessa funzione per l’Impero dell’orchestra sul Titanic: distrarre dal disastro in via di sviluppo il più a lungo possibile.
Ho deciso di rivolgermi all’esperto incontrastato sul collasso sociale e politico, Dmitry Orlov, che ho sempre ammirato per le analisi molto logiche, non ideologiche e comparative del crollo dell’Unione Sovietica e degli Stati Uniti. Il fatto che i suoi detrattori debbano ricorrere a rozzi e, francamente, stupidi ad hominem mi convincono ulteriormente che le opinioni di Dmitrij devono essere ampiamente condivise. Dmitrij ha gentilmente acconsentito a rispondere alle mie domande in modo dettagliato, cosa di cui sono molto grato. Spero che questa intervista sia interessante come l’ho trovata io.
Il Saker

Il Saker: Come valuteresti la situazione attuale in Ucraina in termini di collasso sociale, economico e politico?
Dmitrij Orlov: L’Ucraina non è mai stata valida come stato indipendente e sovrano, e quindi ci si doveva aspettare la sua disintegrazione. L’applicabilità del concetto di collasso si basa sull’esistenza di un’entità intatta e autonoma in grado di collassare, e con l’Ucraina questo non è assolutamente il caso. Mai nella sua storia è stata in grado di stare da sola come entità stabile, autosufficiente, sovrana. Non appena ha ottenuto l’indipendenza, è semplicemente decaduta. Proprio come i paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), aveva raggiunto il suo apice dello sviluppo economico e sociale proprio mentre l’URSS stava per crollare, e da allora ha subìto degenerazioni e perdite di popolazione. Quindi, il modello giusto per discuterne non è un improvviso collasso, ma una costante degenerazione e decadenza.